aquilone

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domenica 26 aprile 2015

Livio Zollo ricorda Domenica Zanin con brevi considerazioni ed una prosa poetica a lei dedicata.



Enza o Domenica, è sempre vivo il ricordo.
Sentiamo la sua voce.
I suoi occhi ci penetrano ancora.
Ci stimolano i suoi “sguardi”.
Ci indica ancora la strada giusta.
La scuola è sempre aperta, pubblica o privata.
Amiamo la scuola,
non limitiamoci a frequentarla
da alunni svogliati,
da genitori disattenti o
da insegnanti inappagati.


                      Lo sguardo
Ho guardato tanto verso il sole,
fino a bruciare i miei occhi.
Ho guardato tanto verso la luna,
da riuscire a vedere il riflesso del sole.
Ho guardato tanto verso la terra,
da gridare aiuto per salvarla.
Ho guardato tanto nella guerra,
da cercare la pace.
Ho guardato tanto negli occhi di una donna solare,
da incontrare l’amore per l’educazione e la cultura.
Ho guardato tanto nell’acqua di un ruscello,
da dissetarmi di trasparenza.
Ho guardato tanto nel buio,
da ritrovare la Luce.
Ho guardato tanto le spoglie di Enza
da riportarla tra  noi.
                                                      Livio Zollo

mercoledì 22 aprile 2015

Il mio ricordo di Domenica Zanin


Il mio ricordo di Domenica Zanin

 Carla De Toma


Come sono felice oggi!
Felice, perché siamo qui anche per ricordare Domenica Zanin, felice perché sono qui con tanti importanti esponenti della scuola sannita, con tutti voi, che abbraccio caldamente.
Io sono stata e sono una persona fortunata, perché ho conosciuto, nel mondo della scuola, persone bellissime, che mi hanno dato tantissimo. Tra queste, ce ne sono molte presenti anche qui, oggi, ma al di sopra di tutti c’è lei, Domenica Zanin.
Il mio argomentare su di lei si articolerà in tre parti:
1. prima socializzerò alcuni flash di ricordi e di considerazioni
2. poi ascolteremo la parola di Domenica Zanin
3. e infine vi informerò di una mia PROPOSTA e di una mia CONCRETA AZIONE per Domenica Zanin, da condividere, costruire e far crescere insieme, con chiunque vorrà farlo.

Ho incontrato Domenica Zanin quando avevo dodici anni: frequentavo la scuola media e il cineforum, che offriva a noi ragazzi la possibilità di vedere, insieme, dei film, e poi parlarne e commentarli. Il tempo del dibattito era curato da Domenica Zanin: subito rimasi colpita dall’armoniosa bellezza, dalla maestosa grazia e dalla radiosa luce che emanava  quella persona “speciale”, per me già “maestra”. Ricordo come mi affascinassero il garbo e l’acutezza con cui avviava il dibattito, la maestria e la disponibilità nell’accogliere-invogliare-valorizzare noi adolescenti che, con lei e grazie a lei, capivamo di più, e ci sentivamo più importanti, ascoltati, capiti, più bravi.
Io attendevo con ansia il giorno del cineforum, anche (anzi soprattutto) per partecipare al dibattito di fine film, ed avere così la possibilità di riflettere, di confrontarmi, di condividere, di “crescere” con altri ragazzi, grazie alla maestria della “maestra” Domenica Zanin.
Credo di essermi allora innamorata di lei e, da allora, non ho mai smesso di cercarla, per raggiungerla e camminare con lei.
Da allora ho iniziato a cibarmi, con avidità e senza sosta, del suo essere, del suo porsi, del suo donarsi, del suo donare, che induce ad andare oltre.
Non appena ho potuto, l’ho inseguita e raggiunta al VII Circolo e poi al VI Circolo, e ho intenzionalmente scelto Capodimonte, mio amore ed anche grande amore di Domenica Zanin.
Che anni esaltanti, di crisi e di crescita… a 360°! Che esperienze! Che azioni! Che formazione! Che didattica! Che Scuola ha prodotto Domenica Zanin!
E ciò anche grazie ai superiori, tra questi Giuseppe Romei, Mario Pedicini, che hanno promosso la crescita e la divulgazione delle buone pratiche sul nostro territorio, concretizzando Azioni e Partecipazioni a vari livelli: locale, provinciale,  regionale, nazionale, europeo, mondiale; grazie ad altri dirigenti, diversi dei quali sono qui, che hanno supportato, agevolato e co-prodotto la crescita della nostra scuola; grazie ai docenti, che hanno sentito e sentono comunque il desiderio, la necessità di “crescere” e di continuare a crescere in quanto “professionisti dell’educazione”; grazie al valido supporto di autorità locali e di cittadini motivati; grazie ai genitori e alle famiglie,  costantemente coinvolti e vicini; grazie ai bambini, agli alunni, i veri protagonisti della scuola.       
Dovunque fosse, Domenica Zanin promuoveva luce, cultura, educazione.
Da direttrice, già al VII Circolo, e ancor prima a Montesarchio, Domenica Zanin sapeva valorizzare e utilizzare funzionalmente come “risorse” docenti bravi e competenti. Noi giovani maestri, con entusiasmo e voglia di “fare per far fare”, andavamo a scuola anche da scolari, per imparare le modalità di utilizzo didattico-metodologico dei blocchi logici, del precalcolo, dei regoli, del multibase… Ci formavamo felici, per ancor più saper:
. programmare, osservare, rilevare, registrare, documentare, valutare;
. accrescere l’attenzione operativa verso tutti gli alunni e verso ciascun alunno, specie se diversamente abile;
. fare conoscendo ed applicando utili metostrategie, ponendo al centro l’alunno con le sue specificità e privilegiando il come più ancora del cosa.
I proficui e plurifinalizzati Gruppi di Lavoro e Commissioni, le Azioni e non solo locali, la formazione di docenti tutor e formatori, i tanti Corsi di formazione attivati in quegli anni sul territorio, anche con altri centri/enti e costantemente con il supporto degli Uffici Scolastici Provinciale e Regionale, hanno ulteriormente contribuito alla concreta crescita della scuola sannita, grazie anche  ad esperti che prevedevano il fare oltre che l’ascoltare e il sapere, producendo un saper fare che veniva contestualizzato e messo in pratica da noi docenti, a beneficio degli alunni e con crescita della scuola sannita.
Dovunque ci fosse o si promuovesse formazione c’era lei, Domenica Zanin, da docente o da discente, ma comunque presente.  
Una volta mi hanno chiesto: <<Ma che cosa sapeva fare, di particolare, Domenica Zanin?>>  Ho risposto che, intanto, sarebbe più facile dire cosa non sapeva fare Domenica Zanin.
Domenica Zanin non sapeva fingere, non sapeva scendere a compromessi, non sapeva fare del male intenzionalmente: l’invidia, la cattiveria, l’astio, la gelosia, l’ipocrisia, la meschinità non le appartenevano.
L’incomunicabilità, la chiusura, l’indisponibilità erano sconosciute alla direttrice Domenica Zanin. La porta della sua direzione era costantemente aperta. La sua mente, le sue braccia, tutto il suo essere erano sempre pronti ad accogliere: prima di tutto i bambini, gli alunni, poi i genitori, gli insegnanti: tutti quelli che avevano bisogno di lei, di parlare con lei, di “sentirsi ascoltati con competenza” da lei.
.Domenica Zanin sapeva;
.Domenica Zanin sapeva accogliere, osservare, ascoltare, rilevare, registrare come solo i veri competenti sanno fare;
.Domenica Zanin sapeva valutare, e quindi valorizzare come solo i veri grandi sanno fare;
.Domenica Zanin sapeva aiutare con discrezione, sapeva invogliare e spronare, e lo faceva a volte anche con fermezza e intransigenza, non sempre capite o condivise;
.Domenica Zanin sapeva soffrire in silenzio e ricevere i colpi della vita, anche i colpi bassi, dandosi e dando una spiegazione che tendeva sempre a giustificare l’altro, anche chi le faceva del male.
Domenica Zanin non soffriva tanto per se stessa quanto per gli altri, ad esempio quando riteneva che si vivessero situazioni ingiuste o frustranti.  
L’infinito amore e il rispetto per i bambini, il rigore morale, la propensione e l’attenzione verso l’altro e verso il territorio, orientavano la sua vita: in nome di tali principi Domenica Zanin non faceva sconti ad alcuno.
Domenica Zanin sognava una società bambinocentrica, che considerasse il bambino “Persona” e “Soggetto socialmente competente”.
Domenica Zanin seminava e si adoperava incessantemente, concretamente e proficuamente, come solo lei sapeva fare, per la costruzione di una Scuola con la S maiuscola: accoglienza, relazione, inclusione, ascolto, integrazione, personalizzazione, rilevazione, analisi del processo, traguardi di sviluppo…, didattica del fare, didattica della scoperta, didattica laboratoriale, didattica multimediale, attrattività della scuola…, autovalutazione, inversione dei ruoli docente-discente…: erano sale e pane quotidiano delle giornate scolastiche di noi docenti “zaniniani”; erano, tra altri, paletti ineludibili della sana scuola basata sulle buone pratiche, per cui tanto Domenica Zanin si adoperava.
Domenica Zanin seminava, faceva germogliare e produceva cultura, competenze, buone pratiche: il buon “saper fare” che si può ottenere solo vivendo, in prima persona, un fare, un’operatività concretamente e competentemente proposti e agevolati.
Domenica Zanin promuoveva, trasmetteva e metteva in pratica l’entusiasmo del fare, del provare, dello scoprire, del crescere. Non era mai stanca di elargire sapere, non era mai sazia di sapere, di fare e di provare la gioia del mettersi in gioco.
Domenica Zanin racchiudeva in sé tutta la grandiosità e la ricchezza di un bambino.
Domenica Zanin sapeva guardare, guardarsi intorno, guardare avanti ed oltre, ed era sempre più avanti degli altri, (un esempio tra i tanti, la sua attenzione e promozione pionieristica delle NT in ambito didattico), e guardavano avanti con lei i suoi discepoli, di cui mi onoro di far parte.
Domenica Zanin sapeva decentrarsi per dare spazio agli altri, a tutti, specie a quelli che riteneva potessero essere e dare di più, ed era felice quando alcune piantine dei suoi semi divenivano rigogliose e fruttifere.
Domenica Zanin sapeva essere accanto e presente nei momenti difficili, nei momenti di dolore, e sapeva farlo come nessuno.
Domenica Zanin, donna di grande cuore, aiutava costantemente gli altri, con rispetto della dignità di ciascuno e valorizzazione dei “tesori” che sapeva individuare in ciascuno, in ogni persona.
Soprattutto grazie a Domenica Zanin, e anche a tanti altri per me grandi, tra cui Zoltlan Dienes, Giuseppe Romei, Mario Pedicini, Marisa Assante, Raffaele Mignone, Roberto Maragliano, Piercesare Rivoltella, sono diventata, in ambito scolastico quella che sono: ho costantemente curato e promosso, parallelamente e con proficui link, la mia professione di docente e di formatrice, come avevo promesso a Domenica Zanin (e come avrei fatto comunque), e naturalmente (come e ancor più di prima) ho continuato a farlo: ma non siamo qui a parlare del dopo Zanin, e tanto meno di me.
Dopo il pensionamento Domenica Zanin ha continuato ad amare la scuola e ad occuparsi di scuola, ed ha trovato valorizzazione e riconoscimenti in una nuova scuola, meglio una nuova famiglia, la “Madre Orsola Mezzini”, in cui ha trovato meravigliosi componenti che le hanno donato amore, attenzione, riconoscenza, e a cui lei ha dato… tutto ciò che era solita donare.
Più volte mi ha chiesto e raccomandato di continuare il suo operato anche nella scuola Mezzini, ed io l’ho fatto e lo faccio, sentendomi in famiglia, ricavandone grande beneficio umano e professionale, e dichiarandomene onorata e gratificata.
Quando è andata in pensione ho mantenuto costanti rapporti interattivi ed operativi con Domenica Zanin, continuando a camminare con lei, perché non si lascia chi si ama. Come me fervente e pionieristica fautrice delle TIC in ambito didattico, e sapendo che ero andata oltre anche in questo campo, Domenica Zanin, come una bambina mai paga, voleva sapere, capire di media education, di LIM e dintorni, dell’Azione pluriennale nazionale di formazione metodologico-didattica rivolta alle scuole e ai docenti d’Italia..: quanti arricchenti incontri abbiamo avuto! Anche in questo campo Domenica Zanin sapeva, come sempre, fornire il suo inestimabile e prezioso contributo. La compartecipazione pluriennale alla Rubrica “MEDIA EDUCATION”, curata da lei e da me su un giornale locale, e la cooperativa sua vicinanza per la costituzione di un laboratorio di media education presso il Centro di Cultura dell’Università Cattolica di Benevento, con i successivi percorsi formativi di media education attivati, sono esemplificazioni che testimoniano il nostro continuare ad essere e a crescere insieme.
Noi abbiamo mantenuto vivi nel tempo anche arricchenti contatti epistolari (che ovviamente restano “personali”), ma voglio ricordare, con voi, la scrittura di Domenica Zanin, il suo tratto leggero, elegante ed armonioso.
Domenica Zanin scriveva in punta di penna: ma quanto spessore contenevano quei tratti! E in punta di piedi, con discrezione e rispetto si accostava ai bambini: ma quanto peso avevano i suoi gesti!
Ricordo il suo volere e sapere, prima di ogni cosa, fermare il mondo per ascoltare un bambino, per accoglierlo ed entrare in empatico contatto con lui, facendolo sentire più importante di tutti, e importante nella sua unicità, e il mondo si fermava ad ammirare Domenica Zanin e un bambino, o almeno lo facevo io.
Quanto avrebbe potuto ancora dare Domenica Zanin, e quanto ancora potrebbero dare al mondo della scuola anche tanti altri grandi della scuola, diversi dei quali sono oggi qui, se solo si volesse, davvero, valorizzare e far crescere la nostra scuola!
Fornirò pochi accenni ad alcune delle Azioni vissute con e grazie anche a Domenica Zanin:
-I tantissimi corsi di incommensurabile livello da lei promossi e “donati” a noi docenti;
-La costruzione, a Capodimonte, di una scuola del bambino, per il bambino, secondo il bambino, conosciuta ed apprezzata ben al di fuori del nostro territorio;
-Le visite di studiosi stranieri, venuti in Italia a conoscere la scuola, ed anche la nostra;
-La partecipazione alla sperimentazione pluriennale nazionale A.S.C.A.N.I.O. (per la condivisione, su larga scala, di nuovi indirizzi organizzativi);
-La partecipazione al Progetto pluriennale europeo HELIOS 2, nel gruppo  “Nuove Tecnologie nella didattica e formazione a distanza”;
-La partecipazione alla sperimentazione nazionale verticale pluriennale MULTILAB, con inserimento più consapevole e competente delle tecnologie didattiche, costituzione di laboratori multimediali, siti scolastici e attivazione di progetti telematici a distanza.
E’ allora che Domenica Zanin lascia la scuola militante, che comunque ha continuato e continua a vivere, a costruire, a crescere.
Oggi non dobbiamo parlare delle tante, importanti e pregnanti Azioni che la scuola sannita (e non solo) ha concretamente messo in pratica nel dopo Zanin, ed anche grazie a quello che è stata e che ci ha donato Domenica Zanin, rendendoci più forti, più umani, più competenti.
Domenica Zanin è stata ed è  promotrice di:
.CULTURA .EDUCAZIONE  .FORMAZIONE  .CONCRETE AZIONI  .CAMBIAMENTO
…e quando cambi e ti costruisci con Domenica Zanin, non torni indietro.
Il Convegno di oggi vuole essere anche una riflessione sulle prospettive della Scuola del Sannio: basterebbe poco per ottenere ancora di più.
Qualche esempio?
-Partire dalla base, e cioè dagli alunni, dai docenti e dai loro reali bisogni;
-Valorizzare davvero le risorse del territorio;
-Agevolare una vera formazione, non solo teorica ma concretamente operativa, promossa anche con utilizzo dei non pochi docenti esperti del nostro territorio;
-Costituire ancor più funzionali e plurimirati Gruppi di Lavoro e promuovere ancor più concrete azioni formative, di incontro, di interscambio, di socializzazione;
-Riconsiderare e riscoprire operativamente la grandezza e lo spessore incommensurabili di Domenica Zanin, partendo ad esempio dal testo “MOMENTI DI VITA SCOLASTICA”, o da “SGUARDI”, o da “COME VIVI CON I BAMBINI?”, o dal tanto altro che Domenica Zanin ha prodotto, fatto, promosso.

Domenica Zanin ha vissuto per gli altri, soprattutto per i bambini. Domenica Zanin è stata una bambina: purtroppo una bambina non abbastanza capita, amata, valorizzata.

Certamente, senza di lei, non sarei la donna, la maestra, la formatrice che sono, non sarei come sono.
Non ho mai smesso di mettermi in gioco e, quindi, di crescere, di voler sapere- scoprire - capire - fare.
Non ho mai smesso, e non smetterò mai di essere accanto a Domenica Zanin, di cibarmi del suo nutrimento con l’ingordigia di un bambino goloso, perché è stato bellissimo crescere con lei e grazie a lei.
Il mio incommensurabile, riconoscente e commosso GRAZIE va a Domenica Zanin, una grande donna che tanto ha dato e che, forse, non abbastanza ha ricevuto.


2. Ascoltiamo la parola di Domenica Zanin, iniziando da una frase  che sentiva “sua”: <<Ognuno di noi è responsabile di tutti>>. (frase che il regista Zanussi fa dire al protagonista del film “Fratello nostro Dio”)

Chi di voi conosce questo piccolo e prezioso libro? Si chiama “COME VIVI CON I BAMBINI?>>, ed è di Domenica Zanin. Il libro è una sorpresa, un dono giuntole da un’altra regione d’Italia, da estimatori che hanno raccolto e messo insieme suoi preziosi scritti, rivolti agli adulti che a vario titolo sono in interazione con i bambini.
Io ne ho una sola copia, e la tengo sul comodino, accanto al vangelo. E’ “un volumetto da esplorare, assimilare, custodire e tornare a consultare con costanza, per riprendere slancio e coraggio…”: contiene piccole ma preziose perle di saggezza, di amore e di felice operatività donateci da Domenica Zanin, ascoltiamola   “UN BAMBINO E’ COME NOI”


3. La mia proposta
Sarebbe bello se il territorio e la scuola sannita facessero dono di questo prezioso volumetto alle famiglie degli alunni, ai docenti…:
la spesa, suddivisa tra tanti, sarebbe davvero poca cosa, e i benefici davvero notevoli.

3a.    La mia CONCRETA AZIONE

Domenica Zanin ha seminato: incessantemente e a piene mani, raggiungendo terreni di vario tipo…
Lei sapeva e sa che i suoi semi in me hanno trovato il terreno ottimale e sono cresciuti al meglio.
Tra le mie parole e azioni fondanti c’è “VALORIZZAZIONE”…

Ho predisposto ed attivato un BLOG, che ho chiamato NUOVE POLICROMIE:  
  • un ambiente policromatico per ricordare, socializzare, accogliere, condividere, riflettere, valorizzare

  • uno spazio comune da esplorare e da costruire a più mani, per continuare a diffondere gli orientamenti educativi e culturali di Domenica Zanin.




L’indirizzo del blog è   nuovepolicromie.blogspot.it

Per partecipare alla costruzione del blog, si possono inviare  considerazioni, testimonianze ed altro  a   carla.detoma@gmail.com
Sono sicura che il nostro caro ed attento dottor Marcucci, dirigente dell’ambito territoriale di Benevento, si adopererà per far giungere l’informazione alle scuole del Sannio, e che  non poche delle persone che hanno conosciuto ed apprezzato Domenica Zanin vorranno essere presenti con le loro testimonianze, e troveranno altre modalità ed altre strade di divulgazione dell’esistenza del blog, perché è bello, e forse anche doveroso,dar lustro ad una persona illustre del nostro territorio.

                                                                        

“Mezzo secolo di scuola nel Sannio. Ricordano Domenica Zanin......”



Convegno di studio
“Mezzo secolo di scuola nel Sannio
Ricordano Domenica Zanin”
Benevento 20 aprile 2015 - ore 10,00
Liceo Ginnasio “Pietro Giannone”


Saluti istituzionali
Mario Pedicini  - Presidente SAMuEL
Introduzione Dalla Scuola Media Unica all’Autonomia
Interventi e testimonianze
Norma Fortuna Pedicini - Dirigente Scolastico Liceo-Ginnasio “Pietro Giannone”
Carla De Toma - Docente Scuola dell’Infanzia VI Circolo
Carla Miele - già Docente Scuola Primaria
Susy Fiengo - Dirigente Scolastico ISI “Palmieri-Rampone-Polo”
Vincenzo Di Pinto - già Docente Scuola Primaria
Suor Gabriella Ferri - Dirigente Centro Audiofonologico “Gualandi” Benevento
Conclusioni
Angelo Francesco Marcucci - Dirigente Ufficio Scolastico Provinciale



video e articoli sul convegno:
http://www.tstv.it/video/11226/il-giannone-ricorda-la-maestra-di-tutti-domenica-zanin

http://www.gazzettabenevento.it/Sito2009/dettagliocomunicato.php?Id=80072&vcercaCom=&vTorna=elencoc.php


domenica 12 aprile 2015

Domenica Zanin, la tedesca dal cuore tenero

la storia recente della città raccolta in "SGUARDI"
per segnalare, riflettere, confrontare, consentire, sollecitare, protestare, proporre...
come ha fatto lei per una vita, insomma
di Enrico Cavallo sannioteatrieculture.it

sfoglia l'album delle foto   
Domenica Zanin raccoglie intorno a sé le persone che le hanno voluto bene, quelle a cui lei ha voluto bene.
Ed è il pubblico delle grandi occasioni, tutti a salutare la loro amica, la loro conoscente, una di loro, insomma.
Una che li ha abituati a segnalare, riflettere, confrontare, consentire, sollecitare, protestare, proporre.
Proprio come ha proposto lei, in questo libro di oggi "SGUARDI ... per segnalare, riflettere, confrontare, consentire, sollecitare, protestare, proporre..."
Un po' malconcia nel fisico, come ci dice lei stessa, ma con lo spirito di sempre, indomita e dolce allo stesso tempo, sempre a reclamare per ottenere quello che la vita deve un po' a tutti.
Ed il libro di oggi raccoglie proprio i momenti più significativi della sua vita passata a Benevento, per Benevento, con Benevento.
Lei la tedesca che veniva dal nord a dare ordini incomprensibili a collaboratori svogliati e svaniti, ma che toccava il cuore di tantissimi altri che le sono stati invece vicini in tanti momenti della vita non solo scolastica.
La "nostra" Zanin è stata infatti non solo una personalità di tutto rilievo nel mondo della scuola, ma anche esponente della vita culturale e politica della città fin dagli anni sessanta. 
E raccoglie oggi nel volume presentato tutti gli articoli pubblicati su varie testate locali e nazionali dal 1974 al 2006. 
E' un viaggio nel passato recente che la vede impegnata su tanti fronti, su ogni problema, dalle grandi vertenze a quelle piccole del quartiere, e sempre con grande coraggio, sempre indomita come ci ha abituati tutti a conoscerla. 
E forse proprio per questo sensibile soprattutto ai problemi della povera gente, di quella meno favorita dalla vita che non offre a tutti le stesse opportunità di mettere a frutto la propria intelligenza, la propria energia.
"Vanno avanti sempre loro, ed io .... ?" è quello che racconta di un ragazzo che si sentiva sopraffatto quando si leggevano i temi fatti in classe dai suoi compagni, mentre i suoi temi non riuscivano ad emergere.
Ed il cruccio che forse più la tocca dopo tanti anni passati nella scuola è proprio questo ruolo "minore" che la scuola si ritaglia, tuttora incapace di offrire a tutti le stesse pari opportunità di crescita culturale.
Non sono mancati accenni a quante volte si sia reso necessario dare una bella scossa ad una città a volte sonnacchiosa ed appannata, per costringere tutti a fare il "proprio dovere", per rispondere con adeguatezza al proprio ruolo. 
E su questo fronte non si è badato certo ai ruoli in società e spesso è stato necessario "strigliare" anche quanti ai vertici della pubblica amministrazione sembravano un po' assenti.
Sempre con coraggio, anche sul fronte della politica attiva, dove è rimasta impegnata seppur per un breve periodo. 
Con coraggio ma anche con dolcezza.
E poi nel suo ruolo di "vincenziana", sempre pronta a dare nel suo ruolo sociale, attivo sostegno ad ogni forma di povertà.
Ma anche tanta "confidenza" con la gente umile, quella che faceva mercato sul pianerottolo, quella che aveva l'orto sotto casa, quella che lanciava irresistibili odori di ragù che colpivano tanto la nostra "tedesca".
La tedesca dal cuore più tenero che si sia mai visto in giro.
Un cuore che fa le bizze, come dice lei, ma ancora capace di emergere da ogni sua frase, da ogni sua parola, quando parla della sua scuola, della sua città, delle sue emozioni, delle emozioni di tanta gente che ha conosciuto.
E quando parla a quanti le si sono stretti intorno, questi ancora l'ascoltano con attenzione e tenerezza.
Ascoltano questa tedesca dal cuore tenero, che ha passato una vita a Benevento, per Benevento, con Benevento.